Project Description

“ Questa passeggiata di circa 45 minuti offre ai visitatori uno sguardo sulle lotte che hanno avuto luogo a Fiesole nell’ora più buia dell’Italia. Assicuratevi di indossare scarpe comode e di portare acqua a sufficienza, soprattutto se la visita si svolge nei mesi di luglio o agosto. Fiesole è un luogo collinare, gran parte del cammino è o in ripida salita o in discesa. Sono incluse anche istruzioni per la visita ad un ulteriore sito, più lontano”.

L’itinerario è il frutto della ricerca,  effettuata sul territorio fiesolano, di Maxwell Dvorak, studente per un trimestre presso il Centro Studi della Georgetown University  di Villa Le Balze.

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1) Iniziamo il percorso da Piazza Mino
Dalla parte opposta della piazza rispetto alla Cattedrale di Fiesole si trova l’Hotel Aurora – monumento ad un periodo buio dell’occupazione tedesca.

Nell’estate del 1944, i partigiani di Fiesole combatterono vicino a San Clemente, uccidendo un soldato tedesco. La politica tedesca in questi casi, nelle zone di occupazione, era quella di uccidere dieci uomini innocenti per ogni perdita tedesca. Così, rastrellarono 10 fiesolani e li rinchiusero qui, presso l’Hotel Aurora. Invece di giustiziare immediatamente i prigionieri, i tedeschi decisero di tenerli in ostaggio come deterrente per ogni ulteriore attività partigiana. Tuttavia, i nazisti avrebbero presto deciso di fare un uso più produttivo dei loro ostaggi.

Attraversate Piazza Mino dall’Hotel Aurora e percorrete la strada sul lato destro della cattedrale. Al termine di questo breve tragitto si trova il sito archeologico del Teatro Romano. Entrate nel sito archeologico. Tenete a mente che l’orario di apertura varia a seconda del mese, ma in genere è aperto dalla tarda mattinata al pomeriggio o alla prima serata. C’è un biglietto di 5-7 euro se si vuole entrare nel sito. Senza pagare l’ammissione potete sbirciare dalla zona d’ingresso o dal caffè, ma la vista è certamente abbastanza limitata da queste posizioni.

2) La notte del 11 Agosto 1944
Sostando nel Teatro Romano, si è circondati da una ricca storia, che risale al I secolo a.C. Tuttavia, il nostro interesse è puntato sulla notte del 11 agosto 1944.

Fu in questa notte che tre carabinieri fiesolani, che erano anche segretamente membri di una brigata partigiana affiliata al Partito d’Azione, andarono a nascondersi dai tedeschi tra le rovine. Le colline di Fiesole durante l’estate del 1944 avrebbero visto molte scene come questa – gruppi di partigiani nascosti, in attesa del momento opportuno per iniziare la successiva azione. La mattina seguente, i tre uomini avrebbero sputo di un ultimatum tedesco che li avrebbe fatti riemergere da questo storico rifugio. O la città consegnava i poliziotti nascosti, o tutti gli ostaggi dell’Hotel Aurora sarebbero stati giustiziati. I tedeschi, giustamente, sospettavano che gli agenti di polizia fossero i partigiani della Battaglia di San Clemente – questa doveva essere la severa vendetta.

La tappa successiva è il monumento che commemora il sacrificio di questi tre coraggiosi Fiesolani. Per raggiungerla, salite a piedi lungo la strada che porta al Monastero di San Francesco. Uscite dal sito archeologico e tornate a piedi fino a Piazza Mino. Girate a destra e proseguite a piedi lungo il lato della cattedrale. Prendete la strada davanti a voi che è leggermente a sinistra (ci dovrebbero essere le indicazioni per San Francesco). Salite per circa 5 minuti per raggiungere il Parco della Rimembranza. Se siete arrivati al monastero, siete andati troppo oltre.

3) Monumento ai Carabinieri, martiri di Fiesole
Quando arrivate al Parco della Rimembranza, trovate il grande monumento in pietra amorfa [in realtà la scultura è in bronzo fuso N.d.T.] ai tre carabinieri di Fiesole: Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti.

Il monumento è posto sulle pendici della collina di Fiesole che si affaccia sulla valle. Gli Agenti di polizia toscani erano ben noti per la loro partecipazione alla resistenza armata. Anche quando ai Carabinieri fu ordinato di andare a Nord con i tedeschi in ritirata, quasi tutti rifiutarono e si unirono alle brigate partigiane armate in collina, o si nascosero. Tuttavia, l’eroismo di questi tre ufficiali è straordinario. La mattina del 12 agosto 1944, i tre uomini si presentarono spontaneamente ai tedeschi per salvare i dieci innocenti prigionieri presso l’Hotel Aurora. Alle 10:30 quella notte, furono giustiziati nel giardino dell’Hotel. I dieci ostaggi furono liberati tre settimane più tardi. Il monumento è posto a ricordo del loro sacrificio, per aver rinunciato alla propria vita così che altri potessero essere liberi.

4) Ricordo di Bruno Giugni, partigiano.
Incassata nel muro dietro il monumento ai tre agenti di polizia, la targa dedicata a Bruno Giugni ricorda un partigiano caduto durante la Resistenza.

Originario di Firenze e combattente esperto, partecipò alle iniziative partigiane volte a indebolire la difesa tedesca durante la battaglia di Firenze. Il 22 agosto 1944, la sua pattuglia inaspettatamente venne in contatto con i paracadutisti tedeschi provenienti dal vicino borgo di Maiano e si scontrò con loro. Durante la ritirata dei suoi compagni, Giugni rimase a coprirli mentre trasportavano in salvo i feriti. Ha pagato con la sua vita per questo atto altruistico. Come tanti altri morti della Resistenza, Giugni tragicamente perì solo pochi giorni prima della liberazione di Fiesole.

Sostando davanti alla scultura, sulla destra è possibile vedere le targhe commemorative che riportano i nomi di ogni uomo, donna e bambino fiesolano morti in questa guerra. Come in molte città in Italia, la seconda guerra mondiale ha avuto un terribile effetto sulle piccole comunità. Tuttavia, il monumento e il parco trasmettono anche un certo senso di ottimismo. Da notare come l’intero spazio guarda a sud verso la valle dell’Arno, da dove gli alleati si avvicinarono nella loro missione per liberare tutta Italia. Nonostante i sacrifici, il Fiesolani ricordano questa speranza di libertà che ha alimentato la loro resistenza.

Ora, tornate giù dalla collina da cui siete venuti. Quando arrivate in Piazza Mino, svoltate a destra e proseguite a piedi lungo il marciapiede. Dopo circa 100 metri, si raggiunge Via Vecchia Fiesolana. Proseguite su questa strada ripida per circa 5 minuti fino a raggiungere un tornante. Sostate all’ombra del grande albero e giratevi verso la collina.

5) Villa Medici e Villa Le Balze
Le colline di Fiesole erano posizioni strategiche sia per la Resistenza, che per gli occupanti tedeschi. Su entrambi i lati rispetto a dove vi trovate ci sono due ville.

Sulla destra si trova la Villa Medici (sì, era un tempo rifugio della famosa famiglia dei Medici), esempio dei grandi sforzi compiuti dai cittadini di Fiesole per aiutare le persone minacciate dai nazisti. Quando iniziò l’occupazione di Firenze, dopo l’armistizio del 1943, molti fiorentini fuggirono a Fiesole per nascondersi ed evitare l’arresto, la deportazione, o peggio da parte dei tedeschi. I proprietari di Villa Medici in segreto alloggiarono molti fiorentini che avevano necessità di aiuto. Il destino ha voluto che, proprio accanto, presso l’edificio sulla sinistra, conosciuto come Villa Le Balze, i tedeschi posero un posto di comando. Considerata la vista panoramica, è facile capire perché scelsero questa posizione. Prendetevi un momento per scendere lungo il tornante fino alla panchina di pietra per ammirare il panorama. Da qui, i comandanti della Wehrmacht avrebbero potuto controllare la valle sottostante e guardare gli Alleati avanzare lentamente verso nord.

Quando site pronti, tornate indietro sulla via Vecchia Fiesolana fino a Piazza Mino. Circa 50 metri prima di entrare nuovamente nella piazza, guardate alla vostra sinistra e notate un cancello con l’indicazione “Villa San Girolamo”.

Questa strada privata è l’ingresso di Villa San Girolamo. Un convento fino al 2005, la Villa è famosa per essere stata l’ambientazione del romanzo di Michael Ondaatje, Il paziente inglese, e del corrispondente film dallo stesso titolo. San Girolamo è stato, in effetti , un ospedale di guerra utilizzato dagli alleati dopo la liberazione di Fiesole. La villa rappresenta l’ennesimo esempio del forte coinvolgimento della città nella guerra.

Tornate indietro fino a piazza Mino.

6) Lungo le antiche mura etrusche
Una volta tornati in piazza Mino, la nostra ultima tappa sarà un belvedere sulla frazione di Caldine. Anche in questo caso, dirigersi verso il Teatro Romano.

Questa volta, si prende la strada che corre a sinistra l’ingresso del sito archeologico, Via Giovanni Dupré. Proseguite sulla strada oltre una fermata dell’autobus e un parcheggio, che trovate sulla sinistra. Continuate sul tornante fino a che la strada diventa Via Primo Conti. Camminate per circa 100 metri e trovate un buon posto dove sostare lungo le antiche mura etrusche. Da qui, guardate oltre il tabernacolo e l’alta pianta sempreverde. Questo affaccio offre viste panoramiche sul paesaggio circostante. L’ampio Comune di Fiesole in realtà abbraccia la maggior parte di ciò che potete vedere davanti a voi. Guardate il paese giù nella valle dritto davanti a voi. Potrebbe essere nascosto dietro il tabernacolo o l’alta pianta sempreverde. In questa città di Caldine, una lapide commemora la morte del partigiano Vannini Franco, nativo del posto, morto nella battaglia di Cetica, a circa 50 chilometri ad est di Firenze. Conosciuto come Sergente, Franco era un ex soldato dell’esercito italiano che rifiutò l’ordine tedesco di arruolarsi nel nuovo esercito italo-germanico del governo fantoccio di Mussolini istituito al Nord. Scelse invece di unirsi ai partigiani. Nella tarda primavera del 1944, la sua brigata partigiana fu attaccata dai tedeschi e dai fascisti. Le forze di occupazione, costringendo le donne e i bambini a far loro da scudo umano, riuscirono ad avanzare dentro le postazioni partigiane e a sopraffarle. Al momento della morte, aveva 23 anni.

Prendetevi un momento a questo punto per comprendere la grande contraddizione che questo paesaggio presenta allo spettatore. Qui, in un luogo così rinomato per la sua bellezza, esiste una storia di violenza, di lotta e di resistenza che lasciò una comunità nel caos. E’ nella bellezza e nella tragedia di queste colline che si trovano alcune delle storie più importanti nella creazione dei moderni valori nazionali dell’Italia. Quando siete pronti, tornate a Piazza Mino per la strada da cui siete venuti.  Da qui il bus numero 7 va Firenze ogni 15-20 minuti.  Possono anche essere chiamati i taxi dal parcheggio dedicato nella piazza.

7) Extra: Caldine.
Per coloro che desiderano vedere di persona la lapide, l’autobus 45 che parte da Piazza Mino a intervalli irregolari vi porterà nel raggio di qualche centinaia di metri dal sito.

L’Ufficio Turistico al n. 3 di Via Portigiani, vicino al Teatro Romano è in grado di fornire informazioni dettagliate (in inglese) sulle linee degli autobus e sugli orari. Queste informazioni si possono trovare anche sul sito ATAF o sull’orario posto alla fermata dell’autobus. Scendete dal bus alla fermata “Faentina 31”. Poi proseguite lungo la stessa strada passando il Bar Luciano e un corto vicolo sulla vostra sinistra. Girate sulla successiva strada alla vostra sinistra, 300 metri dopo la fermata del bus. Proseguite fino alla fine della strada per trovare la lapide. La durata del viaggio dipende dall’orario degli autobus. Con un orario degli autobus favorevole, prevedete circa 90 minuti, compreso il tempo del viaggio. Assicuratevi di guardare prima l’orario degli autobus in modo da non aspettare per ore inutilmente a Caldine. Tenete a mente che gli autobus a volte partono 1 o 2 minuti prima dell’orario previsto.

È possibile raggiungere a piedi questo sito, anche se non è consigliato. Gran parte della passeggiata di 5 km avviene sulla Via Faentina, che è una strada trafficata a due corsie di solito senza marciapiede. Tuttavia, il percorso è molto scenografico. Partendo da piazza Mino, dirigetevi giù da via Vecchia Fiesolana, svoltate a destra in Via Fontelucente, immettetevi su Via delle Palazzine, e poi su Via Faentina. Camminate per 3 km lungo via Faentina e poi seguite le istruzioni indicate sopra per trovare la lapide.

INFO ITINERARIO DURATA: 6 Ore | DIFFICOLTA’: Media | TAPPE: 7

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